“Bolognina”: è un vezzeggiativo, una piccola Bologna: parte del quartiere Navile, la delimita il ponte Matteotti che diventa via di Corticella, popolare e chiassosa e, per ironica coincidenza speculare, uguale e contraria, a via Indipendenza, via dello shopping e dello struscio. Asimmetriche e gemelle.
Circa 70 anni fa, Bolognina era lotte partigiane.
Negli anni ’90 era la svolta del PCI.
E oggi, cosa è la Bolognina?
Lo possiamo sapere, in parte, grazie a ciò che le persone ricercano nelle proprie stanze o in bus, da desktop o da mobile, tramite Google. Premessa: questo contenuto è parziale, nasce da un’intuizione: offre delle suggestioni su come viene percepita la Bolognina, non è una tesi di laurea.
Come mi faccio un’idea del quartiere? Un(a ipotesi di) percorso di conoscenza
Indice del contenuto
Chi arriva in città (o dovrà arrivarci) non conosce i quartieri in cui andare a vivere, cerca casa tramite gli annunci, valuta le zone in cui abitare. Possiamo definire questo il segmento dei “Cerco-casa”.
Il segmento “Cerco-casa” si può affidare a tre ecosistemi per definire un’opinione:
- offline: tramite amici, parenti, conoscenti.
- online: tramite motore di ricerca, aggregatori di annunci, siti web di agenzie immobiliari, social network.
- on/offline: tramite strategie “multicanale” combinando i punti 1 e 2.
I primi fanno parte di un segmento che si affida alle proprie reti relazioni/sociali, i secondi non conoscendo nessuno si affidano “all’Oracolo” online e poi ci sono i più fortunati che possono mettere in atto strategie multicanali per trovare casa.
Concentriamoci sul comportamento dei “Cerco-casa” che utilizzano lo strumento online. Uno dei comportamenti sarà realisticamente questo:
Trovano un annuncio di una cosa> valutano l’appartamento dalle immagini > definiscono che il prezzo è in linea con il proprio budget di spesa.
Ma ecco che si trovano davanti ad una domanda fondamentale:
“Com’è il quartiere?”
Non potendo contare sulle relazioni sociali che impongono, suggerendo, il proprio punto di vista, il grande portatore di influenza diventa l’Oracolo con le sue molteplici risposte: i risultati del motore di ricerca (per il 95% dei casi in Italia, Google) articolate in blog post, articoli, discussioni sui forum, video e altro.
Così, dopo aver trovato un annuncio di una determinata casa in uno specifico quartiere, se non possono fare altrimenti: cercano. Esplorano il contesto, affinano le idee addentrandosi nel macro topic per esempio: “Bolognina” e le relative ricerche correlate:
Il percorso di ricerca della verità (ma sarebbe più corretto parlare di opinioni) segue i tortuosi anfratti delle ricerche correlate (oppure ci si arriva direttamente) le quali aspirano – nella mente di chi le fa- a trovare la risposta alla domanda primaria: com’è il quartiere? Che può suonare anche come: dove sto andando a vivere? E, implicitamente: ci sono miei simili?
Giudizi o pregiudizi?
Così vediamo domande come: [zona Bolognina opinioni], [zona Bolognina pericolosa]. La sola ricerca [zona Bolognina pericolosa] ha un volume di circa 50 ricerche mensili x 12 mesi = 600 ricerche all’anno e non a caso verso settembre ha un picco, periodo dell’anno “caldo” per i segmenti “Cerco-casa”:
A questa domanda, l’Oracolo risponde. E l’utente, si addentra in un grafo della conoscenza (Serp di Google) di cui su 10 risultati (per comodità è stata scelta la 1° pagina): https://www.google.com/search?q=zona+Bolognina+pericolosa&oq=zona+Bolognina+pericolosa&aqs=chrome..69i57.326j0j0&sourceid=chrome&ie=UTF-8
- per il 70% la risposta è sì: è un quartiere pericoloso
- per il 30% si focalizza sul concetto della trasformazione del quartiere
In sostanza vediamo una polarizzazione su chi racconta la Bolognina come luogo di degrado e chi, invece, si concentra sul suo carattere innovativo e multiculturale. Ma, inevitabilmente, soprattutto se non conosci nessuno, una strada di influenza e formazione delle opinioni è il web.
Ora, questo contenuto non ha la pretesa di essere né definitivo né esaustivo ma solo uno spunto di riflessione, bisognerebbe basarci su analisi del sentiment delle comunità, capire come cambia (o è cambiato nel tempo) e quali sono le variabili che intervengono nel produrre una risposta positiva o negativa. Possiamo però vedere come viene legato il brand (Bolognina) alla (bad) reputation nel percorso di formazione delle opinioni degli utenti. E la (bad) reputation, nasce come diceria (“ho sentito/letto che”), diventa opinione (“secondo me”), e si pietrifica in fatto (“sai cosa succede là?”).
Tornando a noi: ma la Bolognina è davvero più pericolosa degli altri quartieri?
Percezione o realtà?
Cosa significa “pericoloso“? Il vocabolario della Treccani ci risponde:
agg. [dal lat. periculosus, der. di pericŭlum «pericolo»]. – 1. a. Che ha in sé la possibilità di determinare o di costituire un pericolo, che può procurare o provocare danni fisici o d’altra natura, direttamente o indirettamente (..)
Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/pericoloso/
Premesso che la percezione è legata a diversi fenomeni, che in ogni caso non si deve ignorare, il concetto di pericoloso è la possibilità di avere un danno. Ma in quale aree della città questo concetto diventa azione? Non abbiamo dati a disposizione se non un articolo che ci offre delle “classiche” delle aree più esposte rispetto alle diverse tipologie di reati, così vediamo che per i furti:
La zona collinare (..) è tuttavia più a rischio per i ladri.
(..) per i furti in casa possiamo citare alcune zone in particolare che sono zona Murri, Mazzini e Bolognina
Mentre per le truffe agli anziani:
possiamo citare zona Mazzini, Corticella, San Donato, Murri e Bolognina
Fonte: https://www.bolognatoday.it/cronaca/mappa-criminalita-bologna-2019-colonnello-solazzo.html
La notizia è che la Bolognina non è prima in questa classifica al negativo.
Dunque come spiegare una certa diffidenza tra le persone?
Se prendiamo i dati del comune, questi mostrano che è il quartiere con la maggiore concentrazione di stranieri residenti (15.132) e con il più basso reddito medio (21.277€) rispetto agli altri quartieri.
Fonte: http://statistica.comune.bologna.it/quartieri/navile
E, in una città mediamente ricca (nella top ten delle città capoluogo), mi chiedo: ma la vera paura non è vedere/ conoscere la povertà così da vicino?